Un’innovazione che, dopo anni di battaglie legali sul brevetto contro una multinazionale tedesca, è stata riconosciuta all’azienda padovana Geoplast dall’EPO (European Patent Office) nel 2019 e dal Tribunale di Venezia nel 2022
È padovana l’innovazione della plastica riciclata per l’edilizia sostenibile. Dove come sostenibile si intende la costruzione di muri e colonne in modo rispettoso dell’ambiente e con attrezzature impiegabili facilmente anche nei Paesi in via di sviluppo.
Un’innovazione che, dopo anni di battaglie legali sul brevetto contro una multinazionale tedesca, è stata riconosciuta all’azienda padovana Geoplast dall’EPO (European Patent Office) nel 2019 e dal Tribunale di Venezia nel 2022.
L’inventore è Mirco Pegoraro, seconda generazione di una realtà nata nel 1974 a Grantorto che del riciclo della plastica è stata pioniera, e fondatore nel 1998 di Geoplast.
Azienda con 100 dipendenti e fatturato di circa 30 milioni di euro di cui il 55% export in Europa, Africa, Medio Oriente e Sudest asiatico, che produce articoli in plastica rigenerata. L’invenzione in questione è Geopanel, un sistema facile e intuitivo di casseforme modulari in materiale plastico riciclato riutilizzabili per la realizzazione di murature, fondazioni e pilastri in calcestruzzo.
Dopo anni di sperimentazioni di soluzioni alternative alle casseforme in legno, nel 2005 Pegoraro brevetta Geopanel. Leggerezza e versatilità, grazie al fissaggio con maniglie che consentono di assemblare i pannelli per formare superfici di grandi dimensioni. «Volevo ottenere un sistema semplice e intuitivo, perché deve essere utilizzato anche da maestranze poco esperte, e chiunque, anche senza particolari competenze professionali, comprende in modo immediato come assemblare questi moduli. Allo stesso tempo, il fissaggio deve essere perfetto, resistente anche alle forti pressioni delle gettate», spiega Pegoraro. Importante il focus sulla plastica rigenerata, processo che Geoplast gestisce nell’impianto di trattamento dei rifiuti plastici e di estrusione, dove per il 2023 con nuove presse a iniezione e il fotovoltaico l’azienda punta a ridurre del 30% i consumi energetici. «Geopanel consente innanzitutto di evitare l’utilizzo del legno (uno dei maggiori punti di spreco in ambito edile) – sottolinea Pegoraro – e di sostituirlo con la plastica riciclata, materiale fino a dieci volte più riusabile del legno. Il guadagno, dal punto di vista ambientale, è duplice: da una parte non si abusa più di un materiale naturale, e dall’altra si riciclano rifiuti, creando strumenti destinati a durare a lungo, senza bisogno di manutenzione». Con Geopanel sono stati realizzati lo stadio olimpico di Soči, il Terminal 1 dell’aeroporto internazionale di San Francisco, i muri delle fondazioni del nuovo centro di Biologia-Farmacia-Chimica dell'Università di Paris-Sud. Ma anche opere in Africa, che sarebbero state impossibili con i sistemi tradizionali: «I pannelli in plastica, che pesano 10 kg anziché 60 come quelli in acciaio, sono sicuri, facili da trasportare e da maneggiare anche senza macchinari, e rendono la costruzione un processo molto più rapido, e anche lo smontaggio risulta facile».
Ma nel 2016 Pegoraro deve avviare una battaglia legale contro il gigante tedesco del settore Peri, denunciando la multinazionale per aver iniziato a produrre in Italia e a commercializzare nel mondo una soluzione identica a Geopanel. Nel 2019 arriva il primo pronunciamento dell’EPO: Geopanel è invenzione, e Mirco Pegoraro ne è l’inventore. E a febbraio 2022 Geoplast vince il ricorso cautelare contro Peri in Italia, quando un’ordinanza del Tribunale di Venezia dispone la cessazione della produzione in Italia da parte di Peri della cassaforma Peri Duo e il suo immediato ritiro dal mercato. Ordinanza cautelare che Peri ha però dichiarato di non riconoscere come decisione definitiva e giuridicamente vincolante tra le parti, mentre rimangono pendenti i procedimenti di merito in Italia e in Germania sul brevetto italiano ed europeo. «Ora in Italia – dichiara fiducioso Pegoraro – ci aspettiamo un aumento delle vendite perché non c'è alternativa alla soluzione Geoplast, mentre per l’estero attendiamo l’esito della causa in Germania»
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