Barriere architettoniche: come rendere gli spazi accessibili a tutti - Cose di Casa

2023-02-05 17:25:19 By : Ms. Bella Zhang

Con i consigli di progettisti, avvocati e amministratori condominiali, scopriamo la normativa e le soluzioni più pratiche per eliminare le barriere architettoniche in casa e rendere gli spazi comuni accessibili a tutti.

L’eliminazione delle barriere architettoniche permette certamente di rendere gli spazi – pubblici e privati – accessibili a tutti. Ideale sarebbe poi considerare – già in fase di progetto – non solo le eventuali ridotte capacità motorie degli inquilini, ma anche le disabilità sensoriali, intellettive e cognitive. Solo così il progetto potrebbe essere definito veramente integrato e aperto, pronto ad accogliere le esigenze di tutti, dagli anziani ai bambini più piccoli, ai disabili. Se, infatti, il superamento degli ostacoli architettonici risponde a specifiche normative – come la legge n. 13 del 1989 – per offrire ai condòmini un contesto davvero inclusivo serve un approccio interdisciplinare e sensibile alle differenze, tanto in ambito fisico quanto in ambito sensoriale. Si apre il campo, così, anche alla grafica, perché percorsi chiari e ben segnalati sono più semplici da fruire; al lighting design, perché, allo stesso modo, spazi ben illuminati danno più sicurezza; a piccoli e grandi interventi capaci di agevolare – nell’ottica dell’abbattimento delle barriere architettoniche – l’accesso all’edificio. E questo vale anche per le opere finalizzate a eliminare i problemi negli edifici già esistenti, che sono stati progettati e realizzati nel tempo senza tenere conto delle problematiche legate alla mobilità, e non solo, delle persone che vi abitano. Spesso non sono sempre necessari cantieri onerosi e lunghi per risolvere i problemi; la realizzazione di una rampa o l’inserimento di un montascale sono, sulla carta, operazioni semplici. Vedremo anche, con l’aiuto di un avvocato, gli aspetti burocratici e normativi.

Montascale a pedana Kone Fluido per chisi muove con la sedia a rotelle, per tutte le scale e per percorsi su più piani. Scopri di più sulle soluzioni Kone cliccando qui. Il pannello di controllo a bordo è dotato di pulsanti di salita e discesa su entrambi i lati per rendere semplice l’utilizzo. Si adatta a qualsiasi tipo di scala interna o esterna, rettilinea o composta, e può affrontare percorsi di vari piani in altezza.

La legge sull’abbattimento delle barriere architettoniche consente al singolo condomino di chiedere alla comunità che vengano effettuati degli interventi sull’edificio, ma solo se questi non sono in contrasto con i diritti degli altri abitanti di usufruire degli spazi comuni. In Italia, la principale normativa inerente le barriere architettoniche, per gli edifici privati, è composta dalla legge 9 gennaio 1989 n.13 e dal regolamento per la sua attuazione, il D.M. 236/89. Questa legge, che ha colmato un vuoto normativo durato quasi vent’anni, contempla le problematiche della progettazione, senza barriere, nel contesto di edilizia residenziale. Prima del 1989, invece, le prescrizioni normative riguardavano esclusivamente gli edifici pubblici e privati aperti al pubblico. Con la legge n. 13, le disposizioni per agevolare e consentire l’uso degli spazi vengono ampliati a tutti gli edifici privati, residenziali e non, che si riferiscano ad una nuova costruzione o che riguardino una ristrutturazione. Nello stesso anno viene emanato il D.M. 236 che, in sostanza, conferisce attuazione pratica alla legge n. 13; viene specificato il concetto di barriera architettonica e si tracciano tre requisiti fondamentali:

Parlando di barriere architettoniche, ci teniamo a ribadire in primo luogo che non si tratta esclusivamente di questioni legate all’accessibilità fisica. Nell’ambito del condominio, come in tutti gli altri contesti di vita, è necessario offrire risposte a una molteplicità di esigenze, che possono avere a che fare con le ridotte capacità motorie certamente, ma anche con disabilità sensoriali, intellettive e cognitive.

Se pensiamo alle persone anziane, per esempio, le criticità nella fruizione autonoma degli spazi possono riguardare, oltre le limitazioni fisiche, anche la difficoltà nell’orientamento, eventuali stati confusionali (spesso momentanei), la distrazione. A queste considerazioni occorre aggiungere che uno spazio deve essere anche in grado di garantire ai suoi fruitori la sicurezza nell’uso, sia in condizioni ordinarie sia, non dimentichiamolo, nelle emergenze.

Per fare alcuni esempi concreti, fra le barriere di tipo fisico più frequenti possiamo annoverare, negli spazi esterni, la presenza di soglie o di gradini (e la contestuale assenza di scivoli o rampe), pavimentazioni fessurate o non coese, asfalto disgregato.

Relativamente alle questioni percettive, sensoriali e cognitive, le criticità possono riguardare la mancanza di differenziazione nei canali di comunicazione e orientamento, come l’assenza del videocitofono o di dispositivi per la comunicazione sonora e visiva all’interno dell’ascensore, sia per l’uso ordinario sia nel caso di guasti. L’illuminazione naturale e artificiale gioca un ruolo importante nell’offrire un soddisfacente livello di sicurezza percepita da parte dei condomini, negli spazi comuni interni come in quelli esterni; luci inadeguate, forti abbagliamenti, superfici particolarmente riflettenti o passaggi bruschi fra zone in luce e in ombra possono invece destabilizzare e rendere la fruizione degli spazi condominiali meno confortevole. Anche la mancanza di riferimenti per l’orientamento, soprattutto in presenza di più corpi scala e di edifici su molti livelli, o la difficoltà nell’individuare i percorsi pedonali esterni e comuni può costituire una barriera per alcune persone. Un esempio è quello di come arrivare al contatore se manca la luce…

(In collaborazione con: Studio Architutti, www.architutti.it, facebook.com/architutti.it)

Intervista all’avvocato Flavia Severino www.avvocatoseverino.it, www.avvocatocondominio.it

Intervista a Anna Viganò, Chiara Dellaserra, Francesca Bulletti e Livia Porro – Studio Architutti, www.architutti.it, facebook.com/architutti.it

Le barriere architettoniche non sono aspetti indipendenti e scollegati dai progetti e dagli spazi: per non averle non bisogna progettarle. Per questo molto spesso si parla di “responsabilità” degli architetti, non con un’accezione giuridica e accusatoria, bensì come riconoscimento del potere e della capacità del professionista di pensare ad ambienti che facilitino la vita delle persone. Un progettista è chiamato ad analizzare le possibili esigenze degli abitanti, anche futuri, del condominio in questione e porsi le domande sulle modalità con cui essi fruiranno dello spazio che sta progettando: come raggiungeranno i diversi punti dell’edificio, di cosa avranno bisogno per spostarsi in autonomia e sicurezza, cosa potrebbe succedere nel caso di emergenze, dove e come potranno stare con piacere: non è possibile prescindere dalla flessibilità, dalla resilienza e dalla previsione dei molteplici scenari d’uso dell’edificio da parte di tutti i fruitori e di tutte le fruitrici. La scelta, ad esempio, dell’altezza e del modello di un citofono, in modo che anche bambini o persone sedute su una sedia possano suonare il campanello ed essere inquadrate dalla telecamera, è semplice e non costosa, basta pensarci. Ma se si operano scelte superficiali, per queste persone tutto ciò costituirà un ostacolo: alla fruizione autonoma di uno spazio, ma anche all’intimità delle loro relazioni. Di conseguenza, prevedere spazi e percorsi con dimensioni “corrette” e predisporre impianti tecnici adeguati e flessibili diventano questioni importanti fin dalle prime fasi progettuali e l’usabilità deve diventare uno degli obiettivi, al pari della qualità e dell’estetica. L’accessibilità è una delle sfide del processo creativo del progetto che sa dare grandi soddisfazioni. (In collaborazione con: Studio Architutti, www.architutti.it, facebook.com/architutti.it)

Il quartiere sostenibile CasaNova, a Bolzano, firmato da Fritz van Dongen, fa parte delle iniziative attuate da IPES Bolzano (Istituto per l’Edilizia Sociale della Provincia di Bolzano). È diventato un esempio da seguire in diversi ambiti, dal contenimento dei consumi energetici all’abbattimento delle barriere architettoniche, alla progettazione inclusiva

Social Housing CasaNova, Bolzano, 2011 Progetto di: CDM Architetti Associati, Edoardo Cappuccio, Giuseppe Donato, Tomaso Macchi Cassia.

Il complesso residenziale del quartiere CasaNova conta otto corti, 941 alloggi e uno spazio pubblico centrale.

Da sinistra: uso del colore per la segnalazione di percorsi e accessi. Complesso misto “Coslada”, Madrid, 2012. Progetto dello studio Amann Cánovas Maruri (Fonte: Divisare.com) Indicazione immediata del piano. Edificio in Rue Camille Claudel, Clichy-La-Garenne, 2017. Progetto di Hamonic+Masson & Associés (Fonte: Divisare.com)

In caso di ristrutturazioni e di inserimento successivo alla conclusione originaria del progetto, si possono adattare alle misure disponibili e alla geometria della superficie, grazie alla possibilità di definirli su misura; nel caso, invece, di inserimento integrato in fase di realizzazione, i mini ascensori, grazie alla possibilità di ospitare diverse finiture e di essere rivestiti con numerose tipologie di materiali, diventano parte integrata dell’edificio. Permettono di superare i dislivelli con la massima comodità, per arrivare al piano di ingresso del condominio o per collegare i diversi livelli di un edificio.

Miniascensore Kone Dinamico, piattaforma elevatrice domestica, adatta a mansarde e spazi con altezze ridotte. è la soluzione ideale per facilitare la mobilità quotidiana di tutti gli utenti: non solo anziani, persone con disabilità temporanee o permanenti, ma anche genitori con bambini e passeggini al seguito, e chiunque voglia muoversi in casa propria con maggiore comodità. Oltre a Dinamico, KONE Motus propone anche il modello Armonico, dal design esclusivo e completamente personalizzabile.

H300 di Thyssenkrupp è un ascensore studiato con una configurazione salvaspazio e la cabina può essere con porte scorrevoli a 2 o 4 pannelli e porte a soffietto per un ingombro ridotto. La pianta dell’ascensore può seguire diverse geometrie per adattarsi all’involucro esistente. www.thyssenkrupp-homesolutions.it

L’ascensore DomusLift XS di IGV Group si adatta facilmente a diversi contesti, considerando che le sue dimensioni partono da 65×91 cm. Nel progetto in foto, l’ascensore è inserito in un edificio storico. Il mini ascensore Opal di Garaventa è adatto a coprire dislivelli fino a 3 metri fra interni ed esterni; con funzionamento idraulico, viene proposto in quattro dimensioni: 914×1242 mm; 914×1394 mm; 1100×1546 mm; 1125×1519 mm. Può essere installato anche senza fossa. www.igvlift.com

Il mini ascensorebarriere architettoniche _mini ascensore opal di garaventaè adatto a coprire dislivelli fino a 3 metri fra interni ed esterni; con funzionamento idraulico,  viene proposto in quattro dimensioni: 914×1242 mm; 914×1394 mm; 1100×1546 mm; 1125×1519 mm. Può essere installato anche senza fossa. www.garaventalift.it

Smart 2000 e Smart 3000 di Stannah sono le soluzioni pensate per il superamento di dislivelli fino a tre metri di altezza. Sono adatte all’uso in carrozzina o per due persone in piedi e hanno un accesso indipendente con rampa integrata. Per l’installazione non necessitano di fosse né di opere murarie. www.stannah.it

I condomini hanno spesso dei gradini di accesso che collegano il piano stradale a quello di ingresso dell’edificio: un ostacolo vero e proprio, che si può superare attraverso l’installazione di un montascale. Disponibili come piattaforme su cui poggiare la propria sedia o come vera e propria poltroncina su cui accomodarsi, sono studiate per evitare movimenti bruschi e garantire un accompagnamento fluido anche in caso di rampe non rettilinee. Funzionano a batteria o comunque ne sono dotati, così non temono l’assenza di elettricità.

Montascale Kone Vivace a poltroncina ha un ingombro minimo e adatto a tutte le scale, soluzione perfetta quando non si può installare un miniascensore. La comoda sedia è ancorata ad una guida, da utilizzare per salire e scendere le scale in tutta sicurezza. Ha un ingombro minimo ed è adatto a qualsiasi tipo di scala. Consuma come un normale elettrodomestico e il sensore di sicurezza blocca la corsa in caso di ostacoli sul percorso.

Il servoscale a piattaforma X3 di Garaventa è adatto all’installazione su scale rettilinee, sia interne che esterne. Il sistema di trazione è a cremagliera ed è disponibile in 6 dimensioni o per una realizzazione su misura. L’alimentazione è a batteria. www.garaventalift.it

Il montascale Starla di Stannah si adatta a scale curve ed è basato sull’uso di una rotaia Twin Tube, costituita da due tubi, che consente alla poltroncina di muoversi in maniera fluida anche su più rampe. La poltroncina è disponibile in diverse tipologie e colori. www.stannah.it

Il montascale di Thyssenkrupp viene progettato su misura e si basa su un monobinario salvaspazio; è equipaggiato con il sistema ASL Technology per la rotazione automatica motorizzata: il montascale è in grado di posizionarsi rasente al pavimento all’arrivo, per facilitare la discesa e non sono richieste modifiche alla scala esistente. Il poggiapiedi, inoltre, consente di posizionarsi in modo comodo ed ergonomico. www.thyssenkrupp-homesolutions.it

Tra gli accessori utili e più facili da aggiungere per abbattere le barriere architettoniche nel condominio. Si tratta di strutture modulari progettate per agevolare il transito da parte di persone diversamente abili a piani posti a differenti quote altimetriche, attraverso un’apposita superficie con piano leggermente inclinato e pianerottoli intermedi di stazionamento e/o movimentazione.

La rampa di accesso di Wm System è realizzata in alluminio anodizzato e antiscivolo. Tutte le soluzioni dell’azienda sono studiate su misura, basate su un sistema modulare. La rampa viene assicurata e imbullonata a terra, senza nessuna opera in muratura. La larghezza minima utile è 90 cm e la lunghezza è progettata in base alla pendenza di salita inferiore all’ 8%. Dotata di un cordolo fermapiede di 10 cm, di un corrimano all’altezza di 1 mt e una barra anti-caduta in ambo i lati. Prezzo su richiesta. www.wmsystem.com

Le rampe di Ilma sono realizzate in acciaio zincato a caldo per immersione. Hanno larghezza di minimo di 0,9 m fino a 1,5 m a seconda delle esigenze, e sviluppo del piano di calpestio tale da consentire, in funzione dell’altezza da superare, una pendenza non superiore all’ 8%. In acciaio o alluminio, non appesantiscono l’impatto nel contesto in cui sono inserite. Prezzo su progetto. www.ilma-stand.com/rampe-per-disabili

Excellent-System di Ireda è completamente personalizzabile. I moduli consentono di costruire rampe di qualsiasi forma e dimensione, con diversi gradi di pendenza. Si assemblano rapidamente e si smontano senza utilizzo di viti, tasselli o colla e si sagomano su misura durante la posa. Il sistema si adatta bene come passacordolo per soglie di ingresso e ai gradini di accesso a condomini. Prezzo su progetto. www.ireda.eu

A seconda del collocamento della rampa e della sua posizione rispetto al contesto in cui è inserita, è sempre possibile prevedere pianerottoli all’inizio, alla fine e in posizione intermedia. Inoltre si può variare la posizione delle rampe tra loro e rispetto ai pianerottoli. Altri elementi costituitivi fondamentali di una rampa efficiente sono i parapetti lungo la rampa e in corrispondenza dei pianerottoli, per proteggere le persone da cadute accidentali, generalmente con corrimano posto a 1 m rispetto al piano di camminamento. In più, in fase di progettazione della rampa bisogna prevedere la presenza di alcuni “battitacco” posti alla base dei parapetti per il contenimento dei mezzi di passaggio (carrozzine) e delle persone. L’aggiunta di una rampa rientra in regime di edilizia libera (d.P.R. n. 380/2001, art. 6, comma 1, lett. b), quindi basta la pratica detta C.I.L.A.

Ogni 10 metri di lunghezza e in presenza di interruzioni mediante porte, la rampa deve prevedere un ripiano orizzontale di dimensioni minime pari a 1,50 x 1,50 m, ovvero 1,40 x 1,70 m in senso trasversale e 1,70 m in senso longitudinale al verso di marcia, oltre l’ingombro di apertura di eventuali porte. Qualora al lato della rampa sia presente un parapetto non pieno, la rampa deve avere un cordolo di almeno 10 cm di altezza. La pendenza delle rampe non deve superare l’8%. Sono ammesse pendenze superiori, nei casi di adeguamento, rapportate allo sviluppo lineare effettivo della rampa. (Fonte: www.disabili.com)

Per i lavori effettuati dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2025, su edifici già esistenti, è prevista una detrazione Irpef, da ripartire in 5 quote annuali di pari importo. In alternativa alla fruizione della detrazione in dichiarazione, è possibile optare per lo sconto in fattura o la cessione del credito.

Il bonus è pari al 75% delle spese sostenute fino a un importo massimo variabile, da 30mila a 50mila euro, a seconda dell’edificio su cui sono eseguiti i lavori.

Nel caso di delibere condominiali, per l’approvazione di questi lavori occorre la maggioranza dei partecipanti all’assemblea che rappresenti 1/3 del valore millesimale dell’edificio.

A questa agevolazione si aggiungono la detrazione Irpef per ristrutturazione edilizia dell’immobile e la detrazione del 90% (Superbonus) prevista per gli interventi “trainati”, se eseguiti congiuntamente a determinati interventi “trainanti”.

In particolare, per gli interventi di ristrutturazione edilizia sugli immobili la detrazione è pari al 50%, da calcolare su un importo massimo di 96.000 euro, se la spesa è sostenuta nel periodo compreso tra il 26 giugno 2012 e il 31 dicembre 2024; pari al 36%, da calcolare su un importo massimo di 48.000 euro, per le spese effettuate dal 1° gennaio 2025.

Rientrano nell’agevolazione legata alla ristrutturazione edilizia le spese sostenute per ascensori e montacarichi, per elevatori esterni all’abitazione, per la sostituzione di gradini con rampe, sia negli edifici che nelle singole unità immobiliari, e quelle per la realizzazione di strumenti che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo tecnologico, favoriscono la mobilità interna ed esterna delle persone portatrici di handicap grave. La detrazione non si applica, invece, per il semplice acquisto di strumenti o beni mobili, anche se diretti a favorire la comunicazione e la mobilità della persona con disabilità.

Rientrano tra gli interventi agevolati con la detrazione del 75% introdotta dalla legge di Bilancio 2022 quelli che rispettano i requisiti previsti dal decreto del Ministro dei lavori pubblici n. 236 del 14 giugno 1989 (Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche). La detrazione spetta anche per gli interventi di automazione degli impianti degli edifici e delle singole unità immobiliari funzionali ad abbattere le barriere architettoniche nonché, in caso di sostituzione dell’impianto, per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dei materiali e dell’impianto sostituito.